Osteria B&B Il Barcollo

Dal 2017 Enrico Neroni con la moglie Veronica opera in questo ristorante inserito in una casa in pietra, in uno scenario da fiaba in mezzo alle montagne. Un locale che custodisce la tradizione di un territorio diverso dal posto dove si trova. Infatti i gestori si sono trasferiti qui da Amatrice, dopo che il loro ristorante è stato distrutto dal terremoto del 2016, e il proprietario del “Girasole” ha offerto loro la possibilità di gestire il locale. Provare la cucina di Veronica vuol dire gustare i prodotti tipici della loro terra, preparati con passione e serviti con simpatia da Enrico. Molto gustosi gli antipasti a cominciare dai salumi tipici laziali, strepitoso il prosciutto crudo tagliato al coltello e le verdure sott’olio. L’assaggio dell’Amatriciana, con il pomodoro o senza, è assolutamente consigliato, così come le mezze maniche alla Gricia o alla Carbonara, e i tonnarelli Cacio e Pepe. Fra i secondi: arrosticini, abbacchio alla scottadito, saltimbocca alla Romana, trippa e coda alla vaccinara, piatti di funghi in stagione. Dolci caserecci con torte di frutta ed un delizioso tiramisù. Carta dei vini, con presenza di un Rosso Piceno e un Montepulciano d’Abruzzo fra le migliori etichette piemontesi. Il conto non supererà i 25 euro e le porzioni sono “alla Amatriciana”, cioè sempre abbondanti.

Osteria La Torre

L’Osteria è nel centro storico di Cherasco, il locale è ben arredato, l’ambiente elegante e familiare, in estate si può pranzare e cenare all’aperto, circondati dal verde. La cucina proposta dalla famiglia Falco, che da più di 10 anni gestisce questa osteria, è tipica del territorio e con qualche discreto spunto creativo. Lo chef Marco Falco, aiutato oggi dal figlio Mattia, propone i piatti del territorio a km zero e seguendo la stagionalità. In sala staff tutto al femminile con Gloria, Erica e Sasha, gentili e sorridenti. Nel menù alla carta i piatti della tradizione: antipasti come il vitel tonnè e la carne battuta al coltello, nei primi i tajarin e gli agnolotti del plin, e fra i secondi l’agnello al forno e il coniglio al civet, ma anche preparazioni insolite come l’uovo a 62°con asparagi stufati e fonduta, i ravioli ripieni di erbette e seirass (ricotta piemontese), i batsoà (piedini di maiale impanati e fritti) e il filetto di Patanegra con il purè di patate viola. I piatti del giorno sono scritti sulla lavagna com’era d’uso nelle osterie da queste parti. Non possono mancare le lumache, specialità della zona, dove sono raccolte e allevate, alle quali è dedicato un intero menù. Buona scelta di dolci, tutti da assaggiare. Alla carta un pasto circa € 35/40. Ampia carta dei vini, con etichette locali, nazionali e internazionali.

Cantina del Rondò

La “Cantina del Rondò” rappresenta il sogno di Emanuela e Francarlo, un sogno che si è concretizzato nel 1999 quando hanno aperto il ristorante. Il desiderio era quello di proporre una cucina del territorio, preparata con prodotti genuini e biologici, seguendo le stagioni, e offrendo il vino fatto da loro, con grande passione. Nipote di Carlo Arpino, uno dei grandi cuochi e pasticcieri di Langa, Emanuela, anche oggi che Francarlo non c’è più, ha deciso di continuare a portare avanti quel sogno, con l’aiuto di Viola, la figlia, e coadiuvata da Gabriella, diventata socia e Franca, sua valida collaboratrice. Le ricette sono quelle tradizionali, come il «vitel tuné alla borghese», l’insalata di carne cruda, la straordinaria finanziera reale con 10 frattaglie nobili di toro, gallo e coniglio; o i tajarin al ragù di salsiccia, i ravioli del plin, il coniglio di cascina al «bagnet» secondo l’antica ricetta dell’Alta Langa. In stagione funghi e tartufi e da non perdere gli aspic di frutta. Il Rondò produce vini importanti come Nebbiolo, Barbera e Barbaresco, che si trovano in mescita. C’è un menù degustazione a €45, alla carta si spende poco di più. L’ambiente è suggestivo. Si mangia nell’antica cantina con le volte a vela e i muri spessi rosati, la sera a lume di candela e in estate nel dehors di fronte alla bellezza delle Langhe.

Ristorante Da Vittorio

Lo storico ristorante di Bagnasco “Da Vittorio” ha cambiato sede e si è spostato da Bagnasco nella vicina Nucetto sempre in provincia di Cuneo e sempre sulla statale 28, che unisce il Piemonte al mare. In cucina sempre lo chef Gianni, che si occupa della ricerca di prodotti locali freschi e di stagione, mentre in sala operano la moglie Marcella, che coccola gli ospiti con gentilezza ed il figlio Lorenzo, sommelier, che sta lentamente prendendo in mano le redini del locale. Il nuovo locale è più piccolo del precedente, arredato con semplicità ha perso l’atmosfera della vecchia osteria, ma si presenta più raffinato ed accogliente sia nella sala a piano terra sia in quella situata al primo piano, che ha tavoli ben distanziati e apparecchiati con buon gusto e un gradevole tocco elegante. C’è anche un piccolo dehors disponibile durante l’estate. Del precedente ristorante ha conservato il nome e la grande qualità della cucina, ma come spiega Lorenzo “nella nuova location i clienti potranno essere seguiti con maggiore attenzione e la presentazione dei piatti potrà essere ancora di più curata”. Il menu degustazione, “Una passeggiata nel bosco” con prosciutto di Cervo con mirtilli, fragoole e anans; crepe di grano saraceno con ripieno di funghi; tajarin (27 tuorli) con porcini e tartufo nero di Scagnello; frittura di funghi porcibni e dessert viene proposto a 40 euro con vini esclusi. Disponibile anche il menù alla carta. Per cominciare potete provare la bresaola di cervo ai porcini o (se siete fortunati) agli ovuli, l’uovo con tartufo nero, lo sformato di verdure di stagione o l’imbattibile tonné di vitel (costo da 8 a 14 euro). Tra i primi segnaliamo i tajarin, con funghi e tartufo nero o i ravioli al ragù di carne arrosto e gli gnocchi al castelmagno e salvia (dai 10 ai 12 euro). Da provare anche i funghi fritti, buonissimi e presentati “a catasta di legna” con grande cura, le costolette di agnello in crosta di nocciole, il filetto di maiale all’Ormeasco di Pornassio (da 15 a 18 euro). Da non perdere i loro dolci, dalla panna cota al sapore di salvia al bunet ed alla torta di castagne con zabaione (6 euro). La cantina ha molti vini interessanti della zona e della vicina Liguria. Non obbligatoria ma fortemente consigliabile la prenotazione.

Le Piemontesine

All’interno di una casa di campagna elegantemente ristrutturata si trova questo ristorante, circondato dalle dolci colline dell’Alta Langa. Aperto da una coppia italo-francese Charlotte Launay, che accoglie i clienti nella luminosa e raffinata sala, e il marito Jerome Migotto, che si occupa della cucina. La proposta gastronomica si basa sui prodotti del territorio, seguendo il ritmo delle stagioni e con la coltivazione in proprio degli ortaggi, delle erbe e della frutta. Due i menù proposti, uno della “scoperta” con quattro portate a 35 euro, vini esclusi, e quello della “degustazione” con sei portate firmate dallo chef a 52 euro oppure a 70 euro con quattro calici di vino. Antipasti invitanti come le lumache di Cherasco croccanti o le cosce di rane impanate con crema di carote e zenzero; fra i primi i tradizionali agnolotti del plin con la variante di coniglio e i risotti gourmet. Nei secondi da provare il piccione “Rossini” con polenta croccante e l’agnello in crosta di erbe. Dolci speciali creati dallo chef con la frutta di stagione come le pere della vendemmia o l’invitante meringata Monte Bianco, con i sorbetti sempre diversi. La carta dei vini molto ben assortita con un occhio di riguardo ai migliori prodotti delle Langhe e Roero. Nella stessa struttura si trova l’hotel 4 stelle con 10 camere per riposarsi e lasciarsi coccolare.

Il Verso del Ghiottone

All’interno di un palazzo di fine settecento sapientemente ristrutturato, ha sede il ristorante “Il verso del ghiottone”. Nato dal desiderio di quattro amici che volevano proporre una cucina profondamente legata al territorio e alle tradizioni di Langa, ma con spunti creativi. A Gilberto Demaria e Roberto Campogrande è affidata la preparazione dei piatti con prodotti di stagione acquistati direttamente dai contadini locali. Due i menù degustazione, quello dedicato al territorio a € 39,00, bevande escluse, con la carne di Fassone battuta al coltello, tortino di peperoni con topinambur, cardi e acciughe, un primo a scelta tra i raviolini al plin, tajarin tagliati a mano al ragù alle tre carni, nei secondi la tagliata di Fassone, il guanciale di maiale e la coscia di coniglio, e un dolce a scelta. C’è un secondo menù di pesce detto “Galup” che propone capesante e mazzancolle seguite dalle linguine Cocco con scorfano e muscoli, e baccalà con cavolo, zucca e zenzero, e dessert. Alla carta piatti invitanti come l’Albese giapponese o la caramella d’oca confit, cipolline d’Ivrea glassate e fichi, e proposte interessanti di pesce come il gambero nè crudo nè cotto e caramello al frutto della passione. Pane e focaccia fatti in casa come gli ottimi dolci. Ampia carta dei vini con una buona selezione di piccoli produttori.

Osteria la Salita

Nel centro storico troviamo questa osteria con una sala dall’atmosfera molto raccolta e accogliente. Nella bella stagione si può cenare nel cortile circondati dal verde o nella terrazza, che domina il paese. Lo chef Marco Saffirio propone una cucina semplice ed essenziale, ma anche creativa, ricca di prodotti locali di qualità, grazie ad un rapporto diretto con i produttori della zona. Tutti i piatti sono preparati con passione al momento. Anche le paste fresche, il pane e i grissini sono prodotti in casa. Il menù degustazione è a € 35 con due antipasti, un primo, un secondo e il dolce; abbinando 3 calici di vino si arriva a € 48 mentre chi sceglie il menù “salvapunti patente” con due calici, spende € 42. Piatti classici della cucina piemontese, la piccola bagna cauda con misticanza di verdure, il flan di porri e patate, e la classica carne battuta al coltello. Fra i primi: i ravioli del plin con sugo d’arrosto e i gustosi tagliolini al ragù di salsiccia di Bra. Tra i secondi da provare la finanziera con crostone di pan brioche e la guancia di vitello brasata al Marsala. Buona scelta di formaggi. Per dessert dolci fatti in casa come la torta di nocciole e amaretti con la crema di Chantilly o le morbide pere cotte al vino con panna alla cannella. All’interno dell’osteria è presente anche l’enoteca ben fornita e con ampia possibilità di scelta.

Trattoria Pane e Vino

La trattoria si trova nel centro storico, l’ambiente è raccolto ed elegante, la sala, con i mattoni a vista, le sedie in legno e i mobili antichi, rendono subito l’atmosfera familiare. Un’accoglienza che si presenta con il sorriso di Flavio Marengo, che in sala consiglia e accompagna nel viaggio alla scoperta delle delizie delle Langhe, che Emiliana Morino prepara con grande talento. La sua cucina si basa sui prodotti del territorio a Km. 0 e seguendo il ritmo delle stagioni. Il Menù degustazione è proposto a 40 euro vini esclusi, e a 55 euro con 4 calici di vino, rappresenta un vero trionfo di piatti langaroli, a partire dagli antipasti tipici come il vitello tonnato, la carne battuta al coltello, la salsiccia di Bra, a seguire gli immancabili tajarin ai 30 rossi e lo squisito brasato al Barolo; per finire il classico bunet delle Langhe. Ampia la scelta dei formaggi dei produttori locali. Molti i piatti con le lumache, che hanno fatto di Cherasco la capitale dell’elicicoltura, e in stagione menù ai funghi ed al tartufo bianco di Alba. Ricca e ben curata la carta dei vini, con etichette non solo della zona, ma affidatevi con fiducia a Flavio che vi saprà consigliare l’abbinamento migliore.

Al Bistrot dei Vinai

Il locale, vicino alla centrale Piazza Galimberti, è moderno e giovanile, arredo in legno chiaro, bottiglie a vista, come la cucina, dove lo chef Paolo Vinai con il suo staff prepara, con un ritmo incalzante, i piatti di una carta davvero ampia. La proposta a pranzo varia ogni giorno con un primo, o un secondo, o una insalatona oppure una pizza con un prezzo che va dai 7 ai 9 euro, compresa una bevanda e senza coperto. Alla carta la scelta è molto ampia dagli antipasti di mare e di terra, dai gustosi primi di pasta fatta a mano, come i ravioli di branzino o le tagliatelle tagliate a mano, con sughi di pesce o ragù di carne. Nei secondi si può scegliere tra la carne della brasserie e le tagliate di tonno o di pesce spada. I dolci sono molto curati e meritano sicuramente un assaggio. Un pasto medio alla carta costa sui 30 euro. La sera l’atmosfera è più rilassata, e spesso ci sono serate a tema, in particolare al giovedì. Adatto per tutte le ore del giorno, è aperto con orario continuato dalle 12.00 alle 24.00. Carta dei vini ampia e con etichette di prestigio. Un’atmosfera più intima e raccolta è garantita nelle nuove sale arredate in stile moderno ed elegante dove gustare le gustose preparazioni tra amici o in coppia in un ambiente più rilassante e curato. Altra novità la presenza di alcune camere con cucina per i turisti che vogliono prolungare il soggiorno a Cuneo e dedicare più tempo per visitare la città e i dintorni.

Enoclub Umberto

Il locale si trova nella zona pedonale di Alba, nella centrale Piazza Savona, l’ambiente della sala al piano terra del Caffè Umberto è moderno e luminoso, un bistrot con proposte cosmopolite, scendendo nella scenografica cantina, con volte a botte e mattoni a vista, trovate l’Enoclub, meta preferita dai buongustai attratti da un’esperienza culinaria unica. I piatti preparati con cura dallo chef Marco Serra sono legati alla tradizione, ma con spunti creativi. Grazie ad un’esperienza ventennale il ristorante propone piatti classici del territorio seguendo la stagionalità dei prodotti della terra con filiera molto corta e tracciabilità dei prodotti. Presente il menù degustazione a € 48, esclusi i vini, con 2 antipasti, un primo, un secondo e il dolce. Alla carta tra gli antipasti citiamo la fonduta di fontina d’alpeggio cremosa e caramellata, la quaglia arrostita con crema e scaglie di topinambur, oppure il cardo gobbo di Nizza Monferrato, salsa alle acciughe e melette (dai 14 ai 18 euro). Nei primi di pasta fresca i tajarin con 30 rossi con ragù di salsiccia di Bra, o l’insolito agnolotto astigiano con ripieno di barbabietola e caprino (15 euro). Tra i secondi la squisita guancia brasata al Barolo (22 euro) la lingua di bue croccante con lupini e indivia (18 euro), e sempre almeno una scelta di pesce. Sempre presenti piatti classici serviti con il tartufo bianco. Ampia scelta di dolci tradizionali. Cantina eccellente con etichette di grandi vini piemontesi e internazionali. La domenica sera il locale è aperto nei mesi di ottobre e novembre.